forse

martedì 8 settembre 2015

Teoria del linguaggio

Settembre è un mese breve sempre con tanto da farsi perdonare: canzoni, amori, estati troppo brevi o troppo lunghe; vuoti, ferite, frutta coi moscerini e tramonti belli serviti con l'aperitivo della sera.
Ho visto a chi appartiene l'insopportabile risata che ricorda il verso di un asino, la emette di continuo senza nessuna ilarità, non ride veramente, sarà un fatto nervoso, ma è davvero irritante e piuttosto volgare. 
Una ragazza giovane e minuta con una voce profonda che sfugge al suo controllo, con due buongiorno ha fatto già un mercato e per fortuna parla poco, ma quel raglio le sfugge di continuo.
Porta i piercing, i tatuaggi e tutti i decori di quel genere di gioventù che vedi già sfiorita per qualcosa che manca già da troppo.
Vorrei si ribellasse, vorrei sentirla cantare a squarciagola invece di ragliare per compiacere quattro deficienti, vorrei sentirla ridere davvero e dire buonasera in un sussurro ed osservarla correre lontano, via di là.
Poi mi ritornano in mente quelle volte che avrei voluto dire che non m'importava niente e non l'ho fatto e forse anche quei silenzi sono stati come il verso dell'asino.
Lei raglia, io sto zitta, soltanto per non dire un v@ff@

1 commento:

Scassandra ha detto...

Bello! Ma a volte l'asino è solo asino e non può andare oltre il suo stridulo raglio.

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